Thursday, January 14, 2010

Do you dream?

"Do you dream? Or should I say... Can you put a price on your dreams?" Ecco i quesiti che Parnassus porta avanti: siamo ancora capaci di sognare? Ne abbiamo il tempo? Possiamo dare un prezzo ai nostri sogni? Oggi parlerò dell'ultima, meravigliosa pellicola di Terry Gilliam, Parnassus: il titolo originale è The Imaginarium of Doctor Parnassus, che è, secondo me, in qualche modo più seducente, suona più "spettacolare", ricorda il titolo di una fiaba... Come quella che racconta, ricalcando il celebre Faust, trasportato nell'attuale Londra, ma con qualcosa di più rispetto ad un semplice patto col diavolo... Sì, lo so, tutti sono andati al cinema a vederlo perchè ricco di famosi attori, come l'amatissimo Johnny Depp, il bellissimo Jude Law e l'inquietante Colin Farrell (non so perchè, ma da quando ho visto In linea con l'assassino e Daredevil il solo vederlo mi mette un'ansia allucinante ed immotivata, ma questa è un'altra storia, come diceva il buon vecchio Michael Ende). Dappertutto ragazzine esultanti, cinguettanti, "oh, che bello, andiamo a vederlo, c'è Johnny Depp! E' bellissimo! Che figo quell'attore!" Ma, a dire la verità, io quella sera al cinema ci sono andata perchè Parnassus non potevo perdermelo. L'ultimo, ormai completo lavoro di Heath Ledger, grande attore e artista, morto in circostanze misteriose a soli 28 anni, il 22 gennaio 2008, prima di poter concludere le riprese. Parentesi: quel giorno ero a scuola, e quando nel corridoio una mia amica appassionata di cinema come me me l'ha detto, il saperlo mi ha lasciato dentro una gran tristezza... Lo seguivo da tempo, anche se non in modo fanatico, non avevo visto completamente tutti i suoi film, semplicemente ammiravo il suo talento nel trasformarsi da personaggio in personaggio, da Il destino di un cavaliere a Casanova, a I segreti di Brokeback Mountain fino ad arrivare alla sua magnifica interpretazione del Joker ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan (per la quale ha vinto l'Oscar postumo, meritatissimo).

E nemmeno in Parnassus mi ha deluso: nel personaggio di Tony, alquanto stravagante ed ambiguo, Heath (il suo nome deriva dall'eroe di Cime tempestose della Brontë, Heathcliff, per chi non lo sapesse) se l'è cavata alla grande, con le sue straordinarie mimiche facciali e l'unicità del suo accento australiano -nel video potete notarlo, l'ho volontariamente postato in lingua originale- che rende la sua voce se possibile ancor più calda e vibrante, evocativa. La storia è visionaria, proprio come il suo regista, Terry Gilliam, che ho avuto la fortuna di incontrare di persona ad un incontro alla FNAC di Milano, il 20 ottobre 2009: non dimenticherò mai quel giorno! Era lì, a pochissimi metri, e chiacchierava amabilmente con noi e con l'intervistatore in un inglese/americano adorabile, e soprattutto sorprendentemente comprensibilissimo! Non riesco ancora a crederci, capivo ogni singola parola che diceva, a parte ovviamente i termini tecnici insomma, ma è stato emozionantissimo il fatto che un flusso di parole come il suo arrivasse alle mie orecchie senza alcun ostacolo di comprensione! Chiacchierava di come ha avuto l'idea del film e di come Heath fosse entusiasta del nuovo lavoro, anzi, ha detto che l'attore ha partecipato ampiamente alla scrittura della sceneggiatura, ha dato molto di sè nel film. L'ha ricordato con affetto, e con evidente stima, e ovviamente non ho potuto fare a meno di commuovermi, anche se non l'ho mai conosciuto o visto o sentito parlare, ma il solo incontrare una persona che l'ha veramente conosciuto, ci ha parlato, ci ha lavorato, riso, scherzato è stato emozionante. Ognuno in quella sala ha provato un'emozione unica, ne sono sicura. « Era straordinario, non penso che il mondo abbia nemmeno cominciato a comprendere la reale portata del suo incredibile talento. Penso che nessuno della sua generazione possa nemmeno avvicinarsi alle sue capacità, era semplicemente il più straordinario attore sulla faccia del pianeta. » (Terry Gilliam, al Milano Film Festival 2008) Ci ha poi raccontato degli aneddoti a dir poco inquietanti su alcune analogie o accadimenti sul set che l'hanno fatto pensare, se non spaventare: ad esempio, una delle più belle battute del film, "Nothing's permanent, not even death" ("Nulla è per sempre, neanche la morte"), è stata inventata dallo stesso Heath Ledger, come per uno strano parallelismo con quella che poi è stata la sua morte... Ma non solo: mesi dopo, sul set, quando gli amici più cari di Ledger (Johnny, Jude e Colin) hanno acconsentito, gratuitamente, ad impersonare il ruolo di Tony nelle sue diverse facce, il primo di loro, Johnny Depp, senza aver mai nemmeno visto le riprese precedenti di Heath, si è girato e ha detto al regista: "Ehi, Terry, perchè non mettiamo qui una cosa come..." Stesse parole, stessa battuta. Non per niente gli ha fatto venire i brividi. Ma ci sono stati anche momenti d'ilarità e risate, quando ad un certo punto, parlando del personaggio di Mr Nick, il Diavolo, interpretato nel film nientemeno che da Tom Waits, ha imitato la voce "ruggine e miele" del cantante ringhiando parole a vanvera in modo minaccioso, come se avesse avuto un sigaro fumante in bocca, facendoci piegare dal ridere!!! Una persona del tutto fuori dall'ordinario, Terry Gilliam, un vero e proprio personaggio. Non vi sto poi a raccontare di come dopo, al momento dell'autografo, la sottoscritta, spinta da una malsana eccitazione e follia, gli ha detto, con assoluta serietà: "Send a kiss to Jude Law." Da ricovero. Ma la cosa più sorprendente è stata che lui mi ha stretto la mano con un sorrisone radioso, ridacchiando con espressione complice, e mi ha risposto: "Oh yeah!". I-n-d-i-m-e-n-t-i-c-a-b-i-l-e.

Rimando a domani la trama, assolutamente anticonvenzionale, un gioiello stranissimo... Intanto godetevi le chicche che vi ho regalato stasera.:)

In ogni caso, cercherò di chiudere il cerchio di questo post direi ormai notturno, rispondendo alla domanda iniziale... Yes, I dream. E sicuramente non sono l'unica.

Thursday, January 7, 2010

That's where music comes from

Peter Gabriel "The Book of Love" The book of love is long and boring No one can lift the damn thing It's full of charts and facts and figures, and instructions for dancing But I, I love it when you read to me And you, you can read me anything The book of love has music in it In fact that's where music comes from Some of it's just transcendental Some of it's just really dumb But I, I love it when you sing to me And you, you can sing me anything The book of love is long and boring And written very long ago It's full of flowers and heart-shaped boxes And things we're all too young to know But I, I love it when you give me things And you, you ought to give me wedding rings And I, I love it when you give me things And you You ought to give me wedding rings You ought to give me wedding rings

And I found Love.

Oggi è il 7 gennaio del nuovo anno, ed è un giorno molto speciale per me. E’ speciale perchè sono passati esattamente dieci mesi dalla sera in cui mi sono innamorata per davvero. Era una sera un po’ così, una di quelle in cui esci anche se non hai molta voglia, o non hai delle aspettative così brillanti per la serata e per la vita in generale, insomma è sempre la stessa storia di sempre, pensi che anche se esci non succederà niente di che, però esci perchè le tue amiche ti hanno tirato fuori dalla tua casetta per un’uscita tanto per trovarsi… E invece, eccolo lì. Non sapevo nemmeno che mi sarei innamorata di lui, che lo avrei amato così come lo amo adesso, e che avrei passato dei momenti incantevoli con quel tipo carino, occhi che brillano, barba incolta come piace a me, felpa grigia, aria simpatica… Ebbene eccoci qui! Ancora insieme, io e lui. Io, che scappavo sempre dalle relazioni che cominciavano a stringersi un pochino, per paura di non essere sincera a lungo andare, che ero sempre indecisa e insicura su tutto, sui miei sentimenti, sulle mie scelte! E invece ci siamo buttati, mano nella mano, ogni volta, tremanti di emozioni, strane sensazioni, un legame così dolce e gentile in così poco tempo, che quasi non sembrava vero… Ma che è arrivato fino a qui, dopo non poche incomprensioni, dubbi, litigi, lacrime, ma anche giornate bellissime, che volevi essere sempre con lui in ogni istante, che vedevi il mondo insieme a lui e ti sentivi sicura e beata nel sole del vostro amore! Ecco, adesso sta prendendo il sopravvento il mio temperamento romantico, perdonatemi^^ Ma è proprio quello che provo, e non posso farci niente.:) E sarà così ancora per un bel po’, temo. ^__^ Ti amo, Andrea.♥ La tua folle romanticona bohèmienne che piange per qualsiasi cosa e che ti annoia con tutte le sue strampalate recensioni cinematografiche e amati musical che tu non sopporti ma assecondi comunque perchè mi ami anche tu, Sofia.